L’Associazione nasce dall’idea di Giorgio Fuà di promuovere un confronto sistematico tra le economie dei paesi del Sud Europa, la cui struttura ed il cui processo di trasformazione presentano caratteristiche sufficientemente diverse rispetto ai paesi, in particolare quelli anglosassoni, che per primi hanno sperimentato lo sviluppo industriale. L’idea di sviluppare gli incontri tra gli economisti di quei paesi matura negli anni in cui Fuà inizia a progettare [1] la ricerca OCSE sui paesi europei a sviluppo tardivo.
La ricerca inizia nell’aprile 1978 e viene organizzata con visite sul campo e periodici incontri seminariali di un «pool» di economisti e studiosi dell’Italia e degli altri cinque paesi europei (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Turchia) oggetto dell’analisi. La ricerca si conclude nel dicembre 1979 e, oltre che nel rapporto ufficiale in lingua inglese, sfocia nel libro di Giorgio Fuà, Problemi dello sviluppo tardivo in Europa, pubblicato da Il Mulino nel 1980. Il volume, di dimensioni ridotte e di piacevole lettura pur essendo ben documentato, ha un’ampia diffusione ed ottiene grande attenzione tra gli economisti e i «policy maker» in Italia e all’estero.
L’attenzione di Giorgio Fuà, oltre che degli economisti a lui vicini, in quel periodo è rivolta ad alcuni temi cruciali: sul piano del metodo, il raccordo tra la teoria economica e la realtà; sul piano dei contenuti, le caratteristiche peculiari dell’economia e della società italiana, per molti aspetti simili a quelle dei paesi a sviluppo tardivo. Dalle specificità di questi paesi deriva la necessità di interpretarle correttamente per proporre misure e strumenti appropriati, non necessariamente simili a quelli introdotti dai paesi di prima industrializzazione in fasi storiche ed in contesti diversi.
Questa impostazione, secondo Fuà, era necessaria per assicurare un sistematico raccordo tra economisti e «policy maker» e per fare in modo che le idee e le proposte dei primi potessero trasformarsi in provvedimenti efficaci di politica economica.
La ricerca sui sei paesi citati trova importanti occasioni di discussione e di confronto tra economisti, altri studiosi e «policy maker» in alcune importanti riunioni quali la conferenza OCSE di Senigallia (7-10 giugno 1983), la Conferenza di Valencia («Industrialización en Areas Rurales», promossa dal CEOTMA – Ministerio de Obras Publicas y Urbanismo – e dal Gobierno de la Comunidad Autónoma de Valencia, 1983) e il seminario di Sitges (settembre 1983), che consente il primo incontro di Fuà con gli economisti di Barcellona [2] e che è stato il fondamento delle relazioni che hanno portato all’organizzazione della seconda conferenza dell’Associazione in Spagna.
L’esperienza maturata in quegli anni e il rafforzamento dei collegamenti tra economisti italiani e spagnoli [3] inducono a promuovere ed organizzare le prime conferenze tra i due paesi ad Ancona nel 1984, a Girona e San Feliu de Guixols nel 1985 e a Bari nel 1986[4]. I principali temi discussi in tali conferenze riguardano soprattutto l’analisi comparata delle strutture economiche, dei processi di trasformazione e delle scelte di politica economica dei paesi del Sud Europa.
La costituzione formale dell’Associazione avviene successivamente ad Ancona il 27 luglio 1988 presso il Notaio Sandro Scoccianti.
Tra i soci dell’AENL è importante ricordare, oltre a Fuà ed ai suoi collaboratori di Ancona, i partecipanti ai primi Consigli di Presidenza (Bruno Jossa, Giovanni Palmerio, Luigi Frey, Fiorella Kostoris, Patrizio Bianchi, Adriano Giannola)[5], altri soci fondatori (come Arnaldo Bagnasco, Giacomo Becattini, Mariano D’Antonio, Paolo Sylos Labini) ed alcuni dei soci e dei partecipanti alle conferenze (Siro Lombardini, Giancarlo Mazzocchi, Franco Momigliano, Luigi Pasinetti, Josep M. Bricall, Ramón Tamames, José Ramón Lasuen, Charles-Albert Michalet, Claude Courlet ed anche Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini).
Non è forse un caso che nello stesso periodo viene pubblicata la lettera di un gruppo di economisti (in parte soci fondatori dell’Associazione) sul quotidiano «la Repubblica» (30 settembre 1988). La lettera solleva la questione della rilevanza degli argomenti di cui si devono occupare gli economisti oltre che del percorso di formazione dell’economista. I firmatari della lettera sottolineano l’importanza che gli studi dell’economista possano essere in gran parte utilizzabili per dare suggerimenti concreti volti al miglioramento della società. Questa impostazione delle ricerche dell’economista deve essere preminente rispetto ad analisi puramente accademiche basate su concetti astratti e prive di riferimento ai problemi reali. La lettera degli economisti solleva, dunque, un problema cruciale per la professione invitando ad evitare una sterile contrapposizione tra la rispettabilità accademica e la missione di dare lumi «per la coscienza civile e l’azione politica»; invita, in altri termini, a rendere compatibile il linguaggio specialistico, necessariamente riservato agli specialisti, con la divulgazione dei risultati dell’analisi attraverso un linguaggio comprensibile per tutti.
L’utilizzo della propria lingua rappresenta per gli economisti dei paesi membri una tradizione rispettata[6] nelle attività dell’Associazione allo scopo di facilitare la comunicazione e l’interazione tra i partecipanti ai seminari e ai convegni organizzati[7]. Analogamente la pubblicazione dei lavori avviene nelle lingue dei relatori[8]. È ovvio però che nello stesso tempo ogni membro dell’AENL si deve attrezzare per comprendere le altre lingue neolatine.
In sintesi, obiettivo fondamentale dell’AENL è organizzare e favorire, attraverso incontri, conferenze e pubblicazioni nelle diverse lingue neolatine, gli scambi tra gli economisti dei paesi membri così da consentire una sistematica comparazione delle strutture economiche, dei sentieri di sviluppo, dei problemi economici e sociali e delle proposte di politica economica tra i paesi del Sud Europa e dell’America latina.
Le prime tre conferenze (Ancona, Girona – San Feliu de Guixols, Bari) sono state organizzate durante la Presidenza di Giorgio Fuà della Società Italiana degli Economisti (SIE) (1983-1986), in collaborazione tra la SIE e il Consejo general de Colegios de Economistas de España. Seguono tre conferenze tra il 1992 e il 1996 (Avila, Bertinoro e Caceres) organizzate direttamente dall’Associazione degli Economisti di Lingua Neolatina, costituita nel 1988, in collaborazione con il Consejo general de Colegios de Economistas de España (e le loro organizzazioni periferiche).
Già alla Conferenza di Avila (1992) si ha l’opportunità di avere la presenza informale e «passiva» di economisti francesi e portoghesi, ma è con la conferenza di Bertinoro (1995) che si registra la presenza di relatori francesi, portoghesi e latino-americani.
La prima fase della storia dell’Associazione si chiude con la Conferenza di Caceres (1996)[9]: nell’ultimo giorno di permanenza a Caceres inizia l’improvvisa e grave malattia di Giorgio Fuà. La malattia e qualche anno dopo (nel 2000) la scomparsa del fondatore interrompono per diversi anni le attività dell’Associazione.
Il lungo periodo di inattività induce a recuperare il tempo perduto organizzando conferenze annuali (tra il 2005 e il 2009)[10] per rivitalizzare i contatti sia tra i soci italiani sia con gli economisti all’estero.
Il Consiglio di Presidenza si pone l’obiettivo di coinvolgere con sistematicità anche gli economisti dei paesi dell’America Latina e decide, coraggiosamente, di organizzare le prime Conferenze in America Latina. La Conferenza di Rio de Janeiro (settembre 2007) rappresenta a questo riguardo una tappa fondamentale nella breve storia dell’Associazione. Con la Conferenza di Rio si introduce tra l’altro il «call for papers» per facilitare la presenza di giovani economisti. Vengono così selezionate 28 proposte di relazioni che si aggiungono a quelle di quattro «key speaker».
I positivi risultati dell’intensificazione dei rapporti sia tra gli economisti dei paesi europei di lingua neolatina sia con i paesi dell’America Latina si sono potuti riscontrare nelle ultime due conferenze organizzate rispettivamente a San Benedetto nel settembre 2009, cogliendo l’occasione di festeggiare il cinquantesimo anniversario della fondazione della Facoltà di Economia di Ancona, e a Coimbra nell’ottobre 2011. In tali incontri si è registrato un numero particolarmente elevato di relazioni. Nella Conferenza organizzata a San Benedetto del Tronto, in particolare, si sono avuti ben dieci relatori provenienti dall’America Latina su un totale di 24 relazioni presentate, a testimonianza della capacità dell’Associazione di coinvolgere paesi lontani e non particolarmente ricchi.
Per proseguire le attività dell’AENL sembra necessario non solo allargare la base associativa, estendendola soprattutto alle generazioni più giovani (al riguardo la tendenza che si è manifestata a partire dalla Conferenza di Rio de Janeiro è abbastanza confortante), ma anche aumentare l’attenzione degli studiosi e dell’opinione pubblica sulle caratteristiche strutturali dei diversi paesi e sulle loro traiettorie evolutive, oltre che sulle differenze dei loro modelli di sviluppo. Ciò può, infatti, consentire di valutare in modo più adeguato le sfide della crisi economica e di introdurre misure e strumenti più appropriati di intervento.
Proprio per garantire una maggior diffusione di informazioni e una adeguata consapevolezza delle questioni economiche e dei problemi dei paesi dell’America latina, il Consiglio di Presidenza dell’AENL ha deciso di organizzare un ciclo di Conferenze (in collaborazione con la Fondazione CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – e con l’IILA – Istituto Italo–Latino Americano) sull’economia dei paesi dell’America latina. Le conferenze si svolgeranno in diverse Università con il coordinamento dell’AENL[11].
Il Consiglio di Presidenza ha, infine, proposto di lanciare la «fellowship Giorgio Fuà» da assegnare annualmente ad un economista dell’America latina con l’impegno di effettuare un soggiorno di studio nel nostro paese e di tenere conferenze in almeno tre Università italiane.